Gli scritti raccolti in questo libro ripercorrono, attraverso spunti diversi ma legati dalla dedizione al territorio insubre, il lavoro di magistrato dell’autore, iniziato a Luino e Varese nel 1992. Il riferimento costante è alla tessitura di uffici giudiziari che sono stati il cuore di un modo di amministrare la giustizia vicino ai cittadini nella quotidianità: mentre, al contrario, derive recenti delle norme, dell’organizzazione, dei comportamenti, ci portano a rischiare una giustizia che, come scrive l’autore, “mostra un volto acceso di presunta produttività verso l’interno e uno impallidito ed esangue verso l’esterno, perché a quell’esterno, illuminato dalla vita, dalla realtà, dalle sofferenze e dai sogni delle persone, ha smesso di esporsi”.
Giuseppe Battarino (Lugano, 1959) dopo essersi occupato di organizzazione in un’azienda di telecomunicazioni e in seguito nella pubblica amministrazione, è entrato in Magistratura, svolgendo le funzioni di pretore a Luino e Varese dal 1992; poi, dal 1999, di pubblico ministero a Busto Arsizio; dal 2003 è stato giudice penale e giudice per le indagini preliminari a Varese, con le parentesi di un’esperienza giudiziaria in Calabria e una come magistrato collaboratore della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle ecomafie, prima di tornare definitivamente al Tribunale di Varese. E’ stato professore a contratto di Diritto penitenziario e di Diritto processuale penale nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università dell’Insubria. E’ autore di oltre cinquanta tra monografie, articoli e saggi in materia giuridica (in particolare nelle materie dell’ordinamento giudiziario, del diritto penale e processuale penale, del diritto sanitario, del diritto dell’ambiente); e di saggi letterari e politici, racconti, romanzi, lavori teatrali.